Il blocco delle forniture di CVM ferma la produzione di PVC alla Coem di Ravenna, l’ex stabilimento di Vinyls Italia acquisito l’anno scorso da Industrie Generali, con il rischio di nuova cassa integrazione a settembre per la cinquantina di addetti in forza all’impianto. Le linee sono infatti perfettamente funzionanti, ma ferme per mancanza di materia prima.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dai sindacati, informati dai vertici della società sulle difficoltà di approvvigionarsi di cloruro di vinile monomero da Kem One, la società creata dal gruppo svizzero Klesch che lo scorso luglio ha rilevato l’intera attività di Arkema nella filiera del CVM-PVC. Rispetto alle 7-8 navi programmate, solo una è attraccata al porto di Ravenna con un carico di 2.500 tonnellate di CVM, trasformato in PVC tra giugno e luglio.
Preoccupati dall’evoluzione della crisi, i sindacati hanno preso contatto con il Ministero dello Sviluppo economico, che ha convocato un incontro per il 17 settembre.
Raggiunto dalla redazione di Polimerica, Roberto Castiglioni, Amministratore delegato di Coem e CEO di Industrie Generali, si dichiara esterrefatto per la decisione del suo storico partner, che durante le trattative per l’acquisizione di Vinyls Italia aveva assicurato la fornitura di CVM all’impianto, in cambio di una parte del PVC prodotto; cloruro di vinile monomero che precedenza arrivava direttamente da Porto Marghera, quando il ciclo del cloro soda in Italia è era perfettamente integrato.
“Il 2 luglio è stata formalizzata la nascita di Kem One e il 20 luglio la società ha disconosciuto l’accordo in corso per la fornitura di CVM, senza fornire valide ragioni”, dichiara Castiglioni. “Abbiamo numerose mail che testimoniano trattative e rapporti in corso, che si basano anche su un rapporto di collaborazione ultratrentennale”. Il sospetto, afferma il manager italiano, è che vi sia un disegno di più ampia portata sui nuovi assetti del PVC in Europa, che vede il sito di Ravenna l’unico rimasto in Italia a produrre questo polimero.
Coem sta ora cercando nuovi fornitori di CVM sul mercato asiatico, ma Castiglioni è cosciente della difficoltà nello stipulare accordi di lungo periodo in tempi brevi. “Stiamo facendo tutto il possibile per garantire un futuro industriale al sito di Ravenna, ma deve essere chiaro che non siamo noi a violare gli accordi presi con i Commissari e il Governo”.
fonte http://www.polimerica.it/index.php/home/archvio/14-pvc/10813-ravenna-senza-cvm-produzione-a-rischio/