Archivio annuale 6 Gennaio 2013

DiGiovanna Di Mauro

Settimo Programma d’azione per l’ambiente, gli obiettivi per il 2020

(di Francesco Petrucci) La Commissione europea ha varato il 29 novembre 2012 la proposta di direttiva di approvazione del settimo Programma d’azione per l’ambiente “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” che lancia le sfide da raggiungere e gli obiettivi da qui al 2020.
Il settimo Programma d’azione sostituisce il sesto (scaduto a luglio 2012) e dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Fondato sul principio “chi inquina paga”, sul principio di precauzione e di azione preventiva e su quello di riduzione dell’inquinamento alla fonte, il Programma definisce un quadro generale per la politica ambientale fino al 2020, individuando nove obiettivi prioritari da realizzare.
I nove obiettivi sono: 1. proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione; 2. trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio; 3. proteggere i cittadini da pressioni e rischi ambientali per la salute e il benessere; 4. sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione Ue in materia di ambiente; 5. migliorare le basi scientifiche della politica ambientale; 6. garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di ambiente e clima, al giusto prezzo; 7. migliorare l’integrazione ambientale e la coerenza delle politiche; 8. migliorare la sostenibilità delle città dell’Ue; 9. aumentare l’efficacia dell’azione Ue nell’affrontare le sfide ambientali a livello regionale e mondiale.
Presentata dalla Commissione il 29 novembre 2012
fonte http://www.reteambiente.it/news/17698/settimo-programma-d-azione-per-l-ambiente-gli-obi/
DiGiovanna Di Mauro

Associazione Culturale Italiana Chimici Consulenti Trasferimento di Innovazione

Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio Presidente/ Gentile Collega,
nell’augurarLe un sereno Natale e un buon anno nuovo, cogliamo l’occasione per invitarLa ad aderire al nostro progetto e a diffondere l’invito agli iscritti del Suo Ordine territoriale.
L’Associazione Culturale Italiana Chimici Consulenti Trasferimento di Innovazione promuove una nuova concezione della professionalità del chimico come autore di innovazione e attore del moderno passaggio dalla scienza alla tecnologia.
Per conoscere meglio il nostro progetto  alleghiamo alla presente la locandina di presentazione dell’associazione e La invitiamo a visitare il nostro sito internet www.assitc.it.
locandina Associazione ITC – Locandina
RinnovandoLe l’augurio di buone feste porgiamo cordiali saluti

Napoli, 21 dicembre 2012                                                                                                                                           Associazione ITC
Il Presidente
Carmine Gozzolino
ASSOCIAZIONE ITC – Associazione Culturale Italiana Chimici Trasferimento di Innovazione Via F. Cilea, 165 80127- Napoli
www.assitc.it
email: info@assitc.it
Tel. +39 327 2929390

DiGiovanna Di Mauro

Workshop su valutazione dei rischi di esposizione agli agenti chimici nei luoghi di lavoro

Organizzato da Eni, Aidii, Inail Veneto e Unichim, il workshop “Procedure standardizzate di valutazione dei rischi di esposizione agli agenti chimici nei luoghi di lavoro: ruolo, applicazioni e prospettive” si svolge presso lo stabilimento Versalis di Marghera (Venezia), collegato in teleconferenza con Milano, Roma, Porto Torres, Taranto e Gela.
La partecipazione al workshop è gratuita con iscrizione obbligatoria entro il 15 gennaio 201, trasmettendo la scheda di iscrizione ad Aidii via Fax 02.20241784, via e-mail congressi@aidii.it oppure online sul sito www.aidii.it.
fonte http://www.chimici.info/Valutazione-dei-rischi-di-esposizione-agli-agenti-chimici-nei-luoghi-di-lavoro_eventi_x_2967.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_chimici_46_20_12_2012

DiGiovanna Di Mauro

Terre e rocce da scavo: la responsabilita’ del chimico

L’uscita del decreto ministeriale in materia di terra e rocceda scavo ha destato l’interesse da parte di tutti gli operatori del settore e, di conseguenza, anche dei chimici.
Il Consiglio nazionale dei chimici, esprimendo apprezzamento verso tale decreto e verso la direzione che vuole promuovere, sottolinea gli aspetti positivi: primo tra tutti aver dato certezza a molteplici aspetti precedentemente lasciati alle interpretazioni dei soggetti preposti al controllo.
Partendo dalle questioni sollevate da un iscritto, il Consiglio ha predisposto un’analisi del decreto, in particolare nell’ambito dicompetenza stretta dei chimici, rispondendo alla domanda“Come devono comportarsi i chimici per i cantieri di piccole dimensioni con scavi inferiori ai 6.000 mc. in corso di attività al 6 ottobre 2012?”.
Scarica il documento del Consiglio dei chimici
fonte http://www.chimici.info/Terre-e-rocce-da-scavo-la-responsabilita-del-chimico_community_news_x_2413.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_chimici_46_20_12_2012

DiGiovanna Di Mauro

Il paradosso dello Xenon scomparso verso la soluzione

Nuovi tasselli si aggiungono alla possibile soluzione del paradosso dello “Xenon (Xe) mancante”, ovvero l’ancora irrisolto problema dell’assenza di una cospicua quantità di questo elemento dall’atmosfera terrestre, presente in natura in forma di gas nobile. Un “giallo” che ha stimolato l’attenzione di studiosi di diverse discipline negli ultimi decenni e che giunge a un punto di svolta grazie allo studio di un team internazionale, guidato da Artem Oganov della Stony Brook University e che include l’italiano Carlo Gatti, ricercatore presso l’Istituto di scienze e tecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Istm-Cnr).
Nel nuovo studio, pubblicato su ‘Nature Chemistry’, si ipotizza che il gas Xe sia ‘imprigionato’ nelle viscere della Terra. “La scoperta rappresenta un possibile punto di svolta nella spiegazione di questo paradosso scientifico e apre nuove prospettive rispetto al comportamento chimico dello Xenon e alla sua reattività”, spiega Gatti. “Il lavoro pubblicato infatti dimostra che tale gas, pressoché inerte in condizioni ambientali, è in grado di creare legami chimici, costituendo composti quali ossidi e silicati, a patto che si trovi ad una pressione atmosferica di almeno 830mila atmosfere, quale quella che si manifesta spontaneamente all’interno del mantello terrestre”.
L’ipotesi è quindi che lo Xenon sia stato ‘imprigionato’ nelle viscere della Terra, “dove potrebbe legarsi in composti solidi semi-stabili, questo spiegherebbe perché la presenza nell’atmosfera sia di un ordine di grandezza circa mille volte inferiore rispetto alla quantità prevista dai modelli chimici presi in considerazione”, prosegue Gatti, avvertendo: “Gli ossidi di Xe però, contrariamente a quanto dimostrato nell’esperimento, risultano instabili a contatto con il ferro metallico del mantello, mentre i silicati dello stesso elemento si decompongono a tutte le pressioni inferiori a 1 milione e 360mila atmosfere, che non sono raggiungibili entro i confini del mantello”.
Lo studio suggerisce quindi una seconda possibilità. “Visto che ora sappiamo che sotto pressione lo Xenon può formare legami chimici forti con gli atomi di ossigeno o silicio”, conclude il ricercatore, “è plausibile che gli atomi di Xenon possano rimanere ‘intrappolati’, come impurità, nei difetti e nei bordi di grano dei minerali e delle rocce del mantello o fungere da ‘tappi’ negli strati di silicati ivi presenti quando gli strati non sono perfettamente sovrapposti”.
V.R.
fonte http://www.chimici.info/Il-paradosso-dello-Xenon-scomparso-verso-la-soluzione_news_x_13590.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter_chimici_46_20_12_2012