di Francesco Petrucci
Dal 4 gennaio 2013 sono in vigore le norme della legge 24 dicembre 2012, n. 231 di conversione del Dl 207/2012 che confermano le regole per gli stabilimenti industriali con più di 200 dipendenti dichiarati “strategici”: in sede di riesame dell’Aia possono proseguire l’attività produttiva per 36 mesi purché rispettino la stessa Aia.
Il provvedimento, nato dall’urgenza di risolvere la “questione Ilva”, si applica a tutti gli stabilimenti che abbiano le caratteristiche individuate dal provvedimento. Le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono solo quelle contenute nel provvedimento di Aia e quelle del provvedimento di riesame, fatte salve le norme sul rinnovo e rispetto dell’Aia ex Dlgs 152/2006. Sanzioni (fino al 10% dell’ultimo fatturato della società) per chi viola le norme. Nelle aree dove si trovano questi stabilimenti industriali strategici la Asl e l’Arpa competenti redigono congiuntamente, e aggiornano annualmente, un rapporto di valutazione del danno sanitario. Tra le novità della legge di conversione l’obbligo di redazione (a cura di Arpa e Asl) di un rapporto di valutazione del danno sanitario in tutti gli stabilimenti interessati dalle disposizioni in parola e l’impegno del Governo ad adottare una strategia industriale per la filiera dell’acciaio.
Lo stesso decreto-legge, poi, dichiara l’Ilva Spa stabilimento di interesse nazionale e applica direttamente le nuove norme: dal 3 dicembre 2012 l’Ilva è immessa nel possesso dei beni ed è autorizzata, nei limiti dell’Aia rilasciata, alla prosecuzione dell’attività produttiva per 36 mesi e all’utilizzo dei prodotti compresi quelli realizzati anche prima dell’entrata in vigore del Dl in parola, attualmente sotto sequestro da parte della Magistratura.
Il provvedimento, nato dall’urgenza di risolvere la “questione Ilva”, si applica a tutti gli stabilimenti che abbiano le caratteristiche individuate dal provvedimento. Le misure volte ad assicurare la prosecuzione dell’attività produttiva sono solo quelle contenute nel provvedimento di Aia e quelle del provvedimento di riesame, fatte salve le norme sul rinnovo e rispetto dell’Aia ex Dlgs 152/2006. Sanzioni (fino al 10% dell’ultimo fatturato della società) per chi viola le norme. Nelle aree dove si trovano questi stabilimenti industriali strategici la Asl e l’Arpa competenti redigono congiuntamente, e aggiornano annualmente, un rapporto di valutazione del danno sanitario. Tra le novità della legge di conversione l’obbligo di redazione (a cura di Arpa e Asl) di un rapporto di valutazione del danno sanitario in tutti gli stabilimenti interessati dalle disposizioni in parola e l’impegno del Governo ad adottare una strategia industriale per la filiera dell’acciaio.
Lo stesso decreto-legge, poi, dichiara l’Ilva Spa stabilimento di interesse nazionale e applica direttamente le nuove norme: dal 3 dicembre 2012 l’Ilva è immessa nel possesso dei beni ed è autorizzata, nei limiti dell’Aia rilasciata, alla prosecuzione dell’attività produttiva per 36 mesi e all’utilizzo dei prodotti compresi quelli realizzati anche prima dell’entrata in vigore del Dl in parola, attualmente sotto sequestro da parte della Magistratura.
documenti di riferimento
Dl 3 dicembre 2012, n. 207
Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale
Disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale
Legge 24 dicembre 2012, n. 231
Conversione in legge del Dl 207/2012 recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale
fonte http://www.reteambiente.it/news/17717/
Conversione in legge del Dl 207/2012 recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale
fonte http://www.reteambiente.it/news/17717/
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