La riscoperta dell’acqua del rubinetto – dovuta anche all’attuale congiuntura economica che fa stringere i cordoni della borsa alle famiglie italiane – sta registrando un incremento senza precedenti. Secondo una ricerca di Aqua Italia (l’associazione che raggruppa le aziende del settore del trattamento dell’acqua) commissionata all’Istituto indipendente CRA (Customized Research & Analysis) riguardante appunto la propensione degli italiani a bere acqua del rubinetto, il 75,5% della popolazione sceglie l’acqua a “km zero” confermando il trend positivo rilevato nelle precedenti edizioni dell’indagine.
Sempre più frequentemente, inoltre, gli italiani decidono di “trattare” l’acqua del rubinetto affidandosi ad apparecchiature e sistemi per la sua depurazione: impianti a osmosi inversa, filtri per il cloro, addolcitori e caraffe filtranti. Tutti questi dispositivi possono ora finalmente contare su regole certe.
Dal 23 marzo scorso, infatti, in seguito all’entrata in vigore del Decreto del Ministero della Salute 25/2012 sulle “Disposizioni tecniche concernenti apparecchiature finalizzate al trattamento dell’acqua destinata al consumo umano”, i consumatori hanno maggiori garanzie di acquistare impianti, sistemi e apparecchi sicuri e – soprattutto – efficaci, anche grazie all’aiuto delle norme tecniche.
Il nuovo Decreto prevede infatti che tutte le apparecchiature immesse sul mercato debbano essere accompagnate da manuali di istruzioni per l’uso e la manutenzione molto chiari e precisi, e che la pubblicità non potrà in alcun modo essere ingannevole esaltando depurazioni inesistenti o improbabili miglioramenti della qualità dell’acqua.
Addio alle dichiarazioni generiche: il materiale informativo dovrà aiutare i consumatori ad effettuare scelte consapevoli. Potranno infatti essere immesse sul mercato solo apparecchiature che assicurino – per tutto il loro ciclo di vita – le prestazioni dichiarate. Inoltre, nella documentazione che accompagna il prodotto, i riferimenti alle prestazioni devono riguardare “esclusivamente sostanze e/o elementi e/o parametri biologici testati sperimentalmente, ovvero essere documentati da letteratura comunemente accettata a livello internazionale” (ad esempio le norme tecniche europee EN e linee guida OMS). Infine l’installazione degli apparecchi dovrà essere effettuata da imprese abilitate che dovranno rilasciare un’apposita dichiarazione di conformità.
Proprio a livello di normazione tecnica da anni si registra un’intensa attività tesa a garantire la qualità e la sicurezza di queste apparecchiature, che ha portato alla pubblicazione di una serie di norme tecniche europee – adottate in Italia dall’UNI – che coprono tutti i requisiti prestazionali, di sicurezza e i metodi di prova di queste apparecchiature.
Citiamo ad esempio la norma UNI EN 13443 sui filtri meccanici, la UNI EN 14743 sugli addolcitori, la UNI EN 14812 sui sistemi per il dosaggio dei prodotti chimici e la UNI EN 15219 sui dispositivi di rimozione dei nitrati.
A queste norme di prodotto va aggiunta la UNI EN 15161 che definisce i requisiti di installazione, di verifica della funzionalità durante l’esercizio, di gestione della manutenzione e della riparazione degli apparecchi per il trattamento domestico dell’acqua.
Queste ed altre norme (vedi tabella >>) sono state elaborate dal comitato tecnico europeo CEN/TC 164 “Water Supply” al quale l’Italia partecipa con i propri esperti per pervenire alla definizione di documenti tecnici riconosciuti e condivisi.
Secondo Lorenzo Tadini – presidente di Aqua Italia – “le norme tecniche europee costituiscono degli affidabili metodi di prova per le prestazioni delle apparecchiature di trattamento dell’acqua garantendo così l’installatore, il manutentore ma soprattutto il cliente finale, circa la qualità e l’affidabilità dei prodotti acquistati. Nella fase di sviluppo delle norme tecniche sopra citate si è posta particolare attenzione alla durata, resistenza e sicurezza dei prodotti senza dimenticare aspetti economici e di crescente interesse quali ad esempio una attenzione particolare alla riduzione del consumo di acqua e rigeneranti”.
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